domenica 17 ottobre 2010

Don’t Call London! Chiamatela Londra.mare di Stabia


Tornare dopo piú di dieci anni nella cittá che mi aveva dato tante illusioni , scardinó le porte del mio modo di vedere la vita , aiutandomi a capire ció che sarebbe stata la mia vita e quello che avrei voluto da essa, mi faceva uno strano effetto , una sorta di timbro sul quello che erano sino ad ora state le mie scelte.
Era la cittá in cui sarei voluto tornare a vivere
Dieci anni fa lasciai una cittá viva , con un identità , con un proprio stile , un luogo dove poter prender spunto su tutto , una cittá che mi ha fatto scoprire cosa vuol dire vivere liberi .
Ho ritrovato una cittá cambiata , come immaginavo dopo piú di dieci anni , ma cambiata nel suo essere , non sembrava di essere a Londra , ma appunto a Londra.mare di Stabia in Campania.
A parte il caos dovuti ai lavori per le Olimpiadi e al traffico , tutto è italiano , tra la gente senti quasi piú parlare l’italiano con accento napoletano, senza togliere nulla a Napoli e ai napoletani , ma io volevo andare a Londrae non a Napoli.
10 anni fa era un miscuglio di razze e di italiani ovviamente , siciliani , sardi, napoletani, romani tanti, adesso sembra di essere nel capoluogo di provincia della Campania, della Londra che conoscevo son rimasti i monumenti , i palazzi , i negozi , ma il concetto che si ha sempre avuto di Londra che è cambiato.
Tornare in Trafalgar Square e non trovare piú i punk che dormicchiavano sotto la statua dell’ammiraglio Nelson , che ti rincorrevano pretendendo soldi per avergli scattato una foto è stata una di quelle cose che mi ha lasciato l’amaro in bocca.
I mercatini di Portobello e Camden Town un tempo veri tempi del vintage e dello shopping alternativo , son diventati piú turistici delle mogliettine I Love London , non si fanno piú affari , le Caterpillar che compravi a 10 pound adesso non le trovi a meno di 40 ;
i negozietti d’abbigliamento , son gestiti tutti da cinesi e propongono tutti la stessa identica cosa, i vecchi negozietti gestiti da londinesi o per lo meno da inglesi con oggetti e vestiti interessanti son spariti , Globalizzazione? O fine di un epoca?
Un epoca fatta di negozietti dove poter trovare vecchia maglie da calcio , jeans Levi’s e Tute Adidas in offerta , che vedevi solo nei film e nelle pubblicitá , adesso li trovi ma allo stesso prezzo che puoi trovare una felpa Fred Perry da Harrowds.
Non ho trovato piú quella Londra multietnica , quella Piccadilly Circus definita l’ombelico del mondo , ma ho ritrovato un immenso supermarket multipiano , gestito da italiani e cinesi.
Andando in lungo e in largo per la cittá è un susseguirsi di : Ristarante Carluccio’s , Caffè Nero, il Papavero, il Postino restaraunt, Il Mangiare bene , Pasta & Pizza, Rossopomodoro , etc, che ti fa venire il dubbio se ti trovi a Londra o in Italia, tanto che trovare un pub inglese a Londra sembra quasi un impresa;
nelle vie dominate dai ristoranti italiani , sbucca fuori di tanto un segno di inglesitá con qualche agenzia di scommesse Williams Hill e qualche pub , che la legge antifumo ha rovinato.
Si perché il pub , era quel luogo di raccoglimenti post-lavoro , tra pinte e sigarette , che faceva assaporare quell’aria inglese , quello stile di vita anglosassone ,che ti teneva al caldo mentre fuori imperversava freddo e pioggia , quell’ambiente caldo , fatto di moquette e legno scuro ,di tabacco e birra , ti teneva al riparo e ti riscaldavi tra gli inglesi , immergendoti nel loro mondo , nella loro cultura del pub.
Adesso sono divenuti normali bar , che per potersi gustare una buona birra , fumarsi una sigaretta e farsi due chiacchere te ne devi andare fuori , nei tavolini , con pioggia e freddo , si perché i pub si saranno anche aggiornati mettendo qualche tavolino e qualche panca fuori per i fumatori, ma stiamo parlando di Londra non di Miami o Barcelona .
Che senso ha farsi una birra fuori di un pub? A Londra?
A parte la legge anitfumo , che ha rovinato l’essenza del pub, il rito che ha , il contesto sociale , ma per uno come me , amante della birra , andare al banco di un qualsiasi pub inglese e trovarsi tra le tante spillatici di birra (Carling, Guinnes , London Pride, Caqrlsberg, etc) anche quella Peroni e della Nastro Azzurro scusate ma è come vedere Materazzi ritirare il pallone d’ore , ovvero non ci appiccica nulla.
Posso capire una birra tedesca , o altre marche , ma la Peroni per cortesia !!!! o la Nastro Azzurro : cé piú gusto ad essere italiani .
Io non voglio credere e non posso accettare che un inglese , possa bere una birra italiana e per di piú non é neanche una delle migliori, non só! , sarebbe come andare in un ristorante e chiedendo un bel vino rosso corposo , il cameriere ci propone un vino rosso inglese , ma per favore , vada per il francese , spagnolo , cileno e anche californiano di vino rosso ma con quello inglese mi ci faccio i gargarismi , lo stesso vale per la birra : inglese , tedesca, belga , irlandese e ceca , ma per favore la spillatrice Peroni in un pub inglese non si puó vedere.
Londra.mare di Stabia!
É una cittá sempre viva , forse ancor di piú di quando la lascia , una cittá dove é quasi impossibile trovare una panchina tra le vie dello shopping , dove le ragazze adesso al pub o nei locali beoni bicchieri di vino bianco come se fossero bicchieri d’acqua , se non possiedi un Iphone o una Blackberry sei perso , non sai che fare durante la giornata , iniziai a percepire un senso di nausea nel vedere costantemente le persone parlando o maneggiando il cellulare.
Non parlo di manager della city o di agenti di commercio , parlo di tutti dal ragazzino di 14 anni al signore di 70 , TUTTI!!
Forse quello che ho visto di Londra é l’anticipo di quello che sará , tra pochi anni , il resto delle cittá europee, se é vero che New York crea e Londra esporta in Europa , allora mi godo ancora questo ultimo periodo di calma.
Londra sará anora Londra e lo rimarrá per sempre , ma non per me , son volato via due volte da questa cittá , la prima volta con malinconia e speranza di poter ritornare , la seconda volta con malinconia per come era si era trasformata , ma con la speranza di non andarci mai a vivere e la felicitá di aver fatto le scelte giuste.

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